La Via è semplice
Nella scorsa lettera ci siamo lasciati con una domanda:
Possibile che tutto questo non sia altro che un sogno?
Beh, per quanto assurdo possa sembrare, questo è ciò che i Maestri Illuminati affermano all’unisono, a gran voce, scuotendoci e incoraggiandoci al Risveglio.
NOTA: Unica eccezione è Gesù. Bisogna però tenere a mente che - come spiegato dal Buddha stesso - la formulazione del messaggio di questi Maestri è appositamente plasmata sul contesto e sul ricevente, ossia, dicono solamente ciò che è ritenuto funzionale nel modo che è ritenuto più funzionale. E personalmente credo che la missione di Gesù fosse quella di lasciare una Via di elevazione spirituale facilmente comprensibile e praticabile da un genere umano ormai già perso. Da qui l’omissione di concetti complessi e l’utilizzo di metafore semplici come quella del Figlio e del Padre.
Il Buddha invita a vedere il mondo come fosse un miraggio, il Bodhidharma afferma che è una fantasia della mente, Ramana Maharshi parla di un sogno ad occhi aperti:
“La visione del mondo che appare nello stato di veglia e la visione del mondo che appare nello stato di sogno sono entrambe la stessa cosa. Non c'è nemmeno la minima traccia di differenza. Lo stato di sogno accade semplicemente per dimostrare l'irrealtà del mondo che vediamo nello stato di veglia. Questa è una delle operazioni della grazia di Dio. Il mondo dello stato di veglia cambia allo stesso modo del mondo dello stato di sogno. Entrambi sono ugualmente inconsistenti e ugualmente irreali.”
(Rivelazioni - Sri Ramana Hridayam)
O più sinteticamente e praticamente:
“Il mondo dovrebbe essere considerato come un sogno.”
(Ramana Maharshi, Chi Sono Io?)
Ok, tutto molto interessate, ma ora? Prendiamo per vero il fatto che siamo come dentro ad un sogno, ora? Cosa dobbiamo fare per svegliarci? Prenderci a pizzicotti?
E giunti qui, noi umani ci siamo veramente sbizzarriti.. in quanto il fraintendimento di alcuni passaggi unito con il rifiuto (!) di altri passaggi degli insegnamenti dei Maestri Illuminati, ha portato alla ideazione di pratiche tanto assurde quanto inutili.
Eppure la pratica è molto più semplice di quanto crediamo, basterebbe fare quello.. ma, come ho già scritto, siamo disposti a tutto, veramente.. pur di non fare quello!
Pur di non fare cosa? Abbracciare amorevolmente il mondo!
Come abbracciare il mondo? Rinunciando alla volontà personale!
Perché brama e odio sono due facce della stessa medaglia:
Non è possibile distruggerne una senza distruggere l’altra.
Perché Rinuncia e Amore sono due alberi con la stessa radice:
Non è possibile coltivarne uno senza coltivare l’altro.
Sono in realtà due termini per indicare lo stesso stato dell’essere.
Citando sempre Ramana Maharshi:
“Una persona che rinuncia al desiderio si fonde effettivamente con il mondo ed espande il suo amore all’universo intero. Espansione di amore e affetto sarebbe un termine molto migliore per un vero devoto di Dio che rinuncia.”
(Sii Come Sei)
Per amare è necessario rinunciare, altrimenti continueremo sempre a considerare il mondo e gli altri come potenziali nemici che vogliono rubarci ciò che desideriamo.
Per rinunciare è necessario amare, altrimenti continueremo sempre a vivere ogni atto di resa come un sacrificio imposto da fuori piuttosto che come un servizio volontario.
Provare ad amare senza rinunciare e provare a rinunciare senza amare porta solamente a sforzi inutili con conseguente frustrazione e disperazione.
E il sogno si rafforza! E continua ad assumere sempre più i tratti di un incubo!
Ma perché mai la pratica di Amore e Rinuncia dovrebbe condurre al Risveglio?
Beh, perché ciò che crea e rinnova questo sogno è l’illusione di essere una creatura separata, percezione a cui segue uno stato dell’essere segnato da brama verso tutto ciò che è considerato piacevole e odio verso tutto ciò che è considerato spiacevole.
"Svegliati da questo sogno della separazione."
(Shvetashvatara Upanishad)
Più sentiamo di essere una creatura separata, più la nostra mente è poco lucida in quanto scossa da costanti turbolenze emotive, più crediamo che il sogno è reale, finendo così come un ragno che si agita intrappolato nella sua stessa rete.
Rinuncia e Amore sono il primo passo della Via che conduce alla liberazione e alla fine della sofferenza, in quanto promuovono la percezione di essere parte del Tutto.
Più sentiamo di essere parte del Tutto, più la nostra mente è lucida poiché sempre calma e stabile, più iniziamo a renderci conto di essere in un sogno, finendo così come una farfalla che si libera in volo verso il sole.
E attenzione: Questo passo non è opzionabile! Non è possibile saltarlo!
Vedo fin troppe persone che provano a praticare presenza mentale e meditazione senza praticare - prima o al contempo - Rinuncia e Amore, ma fare ciò equivale a sbattere animosamente le ali quando si è ancora tutti aggrovigliati nella rete.
Il Percorso lasciato dal Buddha si chiama il “Nobile Ottuplice Sentiero”.. se i gradini da salire sono otto c’è un motivo, no? Allora perché voler partire dal settimo e ottavo?!
Qual è il destino di una persona che prova a salire una rampa di scale partendo direttamente dal settimo gradino? Il fallimento! Non c’è nulla di cui sorprendersi!
Viceversa, seguendo il corretto ordine nella pratica, salire sul settimo e ottavo gradino una volta giunti al sesto, è un passo naturale che non richiede neanche troppo sforzo, così come lo è sbattere le ali per volare una volta liberi dalla rete.
Pertanto, per uscire dal sogno, non dobbiamo fare altro che continuare a vivere nel sogno cambiando però il nostro modo di rapportaci alle rappresentazioni nel sogno.
Rinuncia e Amore per espandere sempre più la nostra coscienza verso il Tutto e infine diventare Uno con la Realtà oltre l’illusione! Che poi non è la stessa cosa che insegna Gesù Cristo? Vedi che forse forse non era neanche necessario parlare del sogno?
Bene, per questa lettera è tutto.
Ti auguro una settimana pacifica,
Davide
P.S. ricordo che è possibile ricevere (provvederò ad inviarli non appena possibile) gratuitamente le copie PDF con commentario di tre classici antichi (Tao Te Ching, Dhammapada, Struttura della Pratica) rispondendo a questa mail con: TRE CLASSICI